Era da almeno un anno che mi frullava in testa questa idea, per niente rivoluzionaria devo ammettere: devo aprire il mio sito web professionale, devo darmi un’identità precisa e creare uno spazio in cui farmi conoscere, proporre i miei servizi e crescere. Ok i pensieri erano anche più lunghi, complessi e molto meno lineari di così ma ti risparmio tutta la tiritera mentale. È ormai qualche anno che lavoro come copywriter ed ho aperto la partita iva a febbraio scorso, quindi il sito era la naturale prosecuzione del mio percorso. Come mai allora non mi decidevo e l’ho fatto soltanto adesso? Condivido qui i fattori scatenanti con la speranza di non essere solo io affetta dalle paturnie stile Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany e dalla meravigliosa arte del poi lo faccio.
Gli elementi che fanno da freno
- Perfezionismo misto ad inadeguatezza (oh che bella combinazione!): mi dicevo che avrei aperto il mio sito solo quando mi sarei sentita davvero pronta, quando avrei imparato bene a gestire WordPress, quando avrei finito quel determinato corso, quando avrei avuto tutto il tempo necessario per dedicarmici full time, quando avrei capito esattamente chi e cosa volevo essere. Quando gli alieni sarebbero sbarcati a Roma, forse.
- Difficoltà ad esporsi: quando avrei avuto il mio sito sarei stata sola ad affrontare tutte le fasi di questo lavoro e in più avrei dovuto realizzare un bel progetto sotto tutti i punti di vista e parlare di me, con il rischio di non piacere a più di qualche persona. Rischio (anzi certezza) che c’è sempre e comunque.
- Paura e arte del rimandare: paura di fare una cosa che non piaccia, di non aver preso la strada giusta, in fondo di non essere portata. E poi alla fine oggi non è mai il giorno giusto: devo finire quel lavoro, devo andare dal dentista, ci sono le vacanze, lo faccio lunedì.
Quando è il momento giusto?
Alla fine quello che mi sono detta, sentendo una frase in qualche canale Youtube motivational che seguo è stato: Fatto è meglio che perfetto. Intanto, qualunque cosa tu faccia, mettiti in gioco. Inizia da qualche parte, fai le cose al meglio ma non aspettare il momento perfetto. Che tanto quello non arriverà mai, puoi esserne certo. La cosa migliore che puoi fare è iniziare a fare in concreto. Tanto dovrai sempre continuare a formarti, ad aggiustare cose che non vanno, a imparare come gestirti. E alla fine è anche il bello di questo lavoro, come di qualunque lavoro creativo.
Il momento giusto non esiste. O meglio secondo me è quando un’idea ti gira in testa e resta lì anche dopo averci dormito su una notte e poi due, tre, quattro e via così. Quando ci pensi, ci ripensi e insomma lei resta lì e non ti abbandona. Certo se il progetto è grande ti servirà un business plan e un minimo di progettualità a lungo termine (ovvio) per non fare salti con rischio certo di caduta, ma se hai un progetto nel cuore ci resterà fino a che non gli darai sfogo. L’importante è avere ben chiaro cosa vuoi comunicare e come. Chiedi a persone che fanno quello che vuoi fare tu, fai ricerche, documentati ma per il resto…fatto è meglio che perfetto. Il resto si aggiusta e si impara in corsa.
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